Provincia di Cosenza

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Per poter così correntemente parlare di “corruzione” è fondamentale averne ben chiaro il concetto. La definizione su riportata al punto 2. riassume bene tutti gli aspetti del corrompere che qui rilevano.

Il più delle volte però, nei confronti della corruzione e della normativa anticorruzione viene assunto troppo spesso un atteggiamento sbagliato.

Un primo atteggiamento è di sottovalutazione e   dipende anche dal fatto che vengono considerati solo ed esclusivamente il significato e il valore penale del termine e le problematiche che essi pongono.

Nel diritto penale infatti, il pubblico ufficiale che riceve indebitamente o accetta la promessa di denaro o altra utilità per l’esercizio delle sue funzioni, è punito con la reclusione da uno a sei anni.

Ciò solitamente porta ad affermazioni del tipo : “Noi siamo persone oneste, nella nostra amministrazione non ci sono casi del genere e perciò questa normativa non ci interessa”.

Altro atteggiamento tipico, ma non meno pericoloso, è quello che si va ad esprimere nella rassegnazione: “Tanto succede lo stesso….”

Gli enti locali sono oggetto di un vero e proprio profluvio di norme: solo nell’ambito della finanza locale negli ultimi anni si sono succedute oltre 100 leggi nazionali, senza tener in alcun conto quelle regionali, le circolari ministeriali, le deliberazioni ANAC ecc. ecc..

Non passa giorno che un pubblico dipendente non   debba soddisfare un qualche urgente adempimento, compilare questionari, accedere a piattaforme informatiche per lo più astruse e di difficile utilizzo ecc.

In tale sufficientemente confuso contesto operativo, si va a porre la normativa anticorruzione, dai più percepita come l’ennesimo adempimento, reso questa volta sotto forma di un piano, da compilare solo per evitare sanzioni e responsabilità e poi da abbandonare e dimenticare fino alla scadenza dell’anno prossimo.....

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